Sabato 21 ottobre padre Alvaro ha convocato gli intercessori per un aggiornamento del ministero.

Quello che ci ha sorpresi fin dall’inizio è l’analogia dell’intercessore con il “muro di bronzo” di Geremia 15,20. Ovvero l’intercessore deve avere una faccia di bronzo quando si presenta davanti al Signore per chiedere l’esaudimento delle richieste. Non bada all’ora (Luca 11,5) come quel tale che va di notte a bussare a un suo amico per chiedere del pane per un altro amico arrivato da un viaggio. Da questa parabola si comprende che solo in un ambito relazionale di amicizia si ha la faccia di bronzo per rompere schemi di buona educazione, che vengono superati in vista di un bene da raggiungere, per colmare una mancanza, per soddisfare un bisogno.

Non solo, ma è messo in evidenza che tutta l’azione del chiedere, fino a essere invadenti nei confronti di chi detiene il bene ricercato, si attua in un contesto di relazioni amicali: è un’azione comunitaria.

Pertanto il ministero di intercessione è al servizio dei fratelli, è ancorato alla vita della comunità, non è isolato, non è del singolo intercessore, ma è inserito nel corpo Koinonico. L’intercessione è un dono dato alla Koinonia: “le vostre mani siano sempre rivolte a Me, per essere benedette nell’opera che dovrete compiere.” (Profezia 25 agosto 1978). Da queste fondamenta è sorto un ministero dove le caratteristiche dell’ardore nella preghiera, della resistenza, dell’insistenza verso il Signore sono incisive, abbondano e soprattutto perseverano nel tempo. 

Proprio perché è un ministero che a a che fare con la necessità, un vero intercessore è sempre in relazione con il richiedente che è in una situazione di bisogno. Ma il quid dell’intercessione sta nella fiducia piena in CHI ha in sé tutto ogni bene, per cui basta chiedere facendosi voce fino ad assordare l’orecchio del Signore che ascolta ed esaudisce.

La richiesta esula da un rapporto meccanico fra chiedo-ottengo; ma il chiedere-ottenere si esplica, invece, in un rapporto di amicizia, di reciproco riconoscimento: “tu sei il Signore che può dare il bene che ti chiedo, ma puoi darlo anche in modo diverso o anche non dare, ma sicuramente concedi sempre il bene che manca”. Quindi l’intercessione è una preghiera che ottiene sempre e che va a colmare la mancanza.

Su queste basi si sono sviluppati dei “luoghi di intercessione” costituiti da fratelli e sorelle che si incontrano in determinate giornate.

Questi luoghi sono:

  • Vicenza 1, Vicenza 2, Camparmò, Cogollo.
  • Padova sud, Padova ovest.
  • Treviso, Bologna/Ferrara, Udine.

Accanto a questi gruppi ci sono coloro che pregano da soli in casa.

Ma sia i gruppi dei “luoghi di intercessione” sia i singoli intercessori hanno in comune la consapevolezza di essere un unico ministero che  partecipa dell’intercessione di Gesù con una preghiera assidua al servizio dei fratelli. 

Vuoi anche tu essere partecipe?

Angela Giatti 

 

 

 

 

Foto: Miriam Olejnik

Intercessori “invadenti”