Due sono le direzioni nelle quali regolarmente intraprendiamo pellegrinaggi con la Koinonia ceca: Israele, paese di Gesù, dove ha origine la nostra fede, e Camparmò, luogo in cui è nata la comunità e dove ha preso l’inizio la nostra chiamata di Giovanni Battista. Il viaggio nella Terra Santa è stato sospeso già per la seconda volta a causa della pandemia, ma la via verso la l’Oasi madre è rimasta aperta anche quest’estate, grazie a Dio!

Appena scesi dal pullman, tra qualche goccia di pioggia, abbiamo ricevuto un caloroso benvenuto dalla comunità che ci ha fatto sentire veramente a casa! Infatti che gioia rivedere Alvaro ed i fratelli e le sorelle, con i quali abbiamo passato parecchi bellissimi anni insieme a Pilsen.
Subito la mattina seguente abbiamo potuto conoscere più da vicino Camparmò, dalla stradina della contrada abbiamo osservato il terreno esteso dei prati (con tanta erba da tagliare), siamo entrati nella prima casetta Raab, dove sotto la guida di padre Ricardo e con l’aiuto del suo genio si svolgeva la vita della prima comunità. Abbiamo perfino attinto l’acqua direttamente dal pozzo, che è stato scavato miracolosamente sotto la roccia.

Nel pomeriggio il nostro sguardo si è spostato verso le montagne attorno e la nostra attenzione si è concentrata sulle vicende dolorose della prima guerra mondiale, in cui dalla parte austriaca combatterono molti cechi, quindi i nostri nonni e bisnonni, e in tanti persero la vita. E’ stato commovente sentire il racconto che quei ragazzi di allora, i soldati, non portavano avanti la guerra nell’odio, ma pur dovendo combattere “il nemico” dalla parte opposta, si chiamavano a vicenda “fratelli”.

Il giorno dopo ci siamo incamminati sul Pasubio anche noi, lottando non tanto contro qualcuno, quanto piuttosto con se stessi, con la propria paura se ce la facciamo e se avremo sufficiente forza per arrivare lassù. Le montagne che ci attorniavano ci ricordavano ad ogni passo il Salmo 121: “Il Signore non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode…” E poi ci sono i fratelli! Il corpo comunitario non abbandona alcuno delle sue membra, perciò nessuno si è perso per strada, anche se ad un certo punto sembrava il contrario…! Dopo una breve avventura della pecora per poco non perduta, durante la messa davanti alla cappellina, ognuno di noi ha ricevuto la profezia di Camparmò e il nostro pastore Francesco, con la Bibbia aperta su ciascuno, pregava, affinché anche su di noi scendesse la Parola come su Giovanni nel deserto e su Ricardo, nel deserto di quella montagna. E’ stato un momento molto forte, pieno della presenza di Dio e di carica profetica. Tanto da attirare dei ciclisti, che si sono aggregati alla preghiera 🙂

La terza e l’ultima giornata è stata dedicata alla visita dell’abbazia di Santa Giustina a Padova, che custodisce le reliquie di San Mattia e il corpo dell’evangelista Luca, mentre il suo cranio si trova nella Cattedrale di San Vito a Praga. Poi, ovviamente, ci siamo diretti nella basilica di Sant’Antonio ammirando gli affreschi di Giotto e tutta la ricchezza artistica che abbellisce la chiesa, ma comunque non mancava il tempo per pregare e chiedere l’intercessione al Santo. Inoltre, dalla guida Rossana abbiamo saputo che siamo stati il primo gruppo turistico che lei accompagnava in quest’anno. Il pellegrinaggio l’abbiamo concluso con la celebrazione dalla Madonna di Monte Berico a Vicenza.

Lasciando Camparmò ci siamo bagnati un po’, giusto per ricordarci quanto Gesù è buono, perché tra l’altro, nonostante le previsioni piovose, ci ha concesso il sole per tutto il tempo del nostro soggiorno.
Sono stati davvero giorni benedetti, meravigliosi per l’accoglienza della comunità di Camparmò e per la fedeltà di Dio. Nel viaggio di rientro abbiamo condiviso le nostre esperienze e la speranza di tornare ancora per vedere e toccare le nostre radici e benedire il Signore!

Pavlina Anderlova

 

Autori delle foto: Tomáš Dragoun, Eva Svejkovská, Francesco Meneghini, Tomáš Dvořák

 

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L’Oasi di Pilsen in Pellegrinaggio a Camparmò