È davvero sorprendente la lode ed il ringraziamento. Sì, perché ci ritroviamo a ricordare in quanti svariati modi il Signore ci è stato vicino e ha reso possibili cose insperate.

Fin dall’inizio della giornata di Koinonia si è riscaldata la nostra memoria: il Salmo 63 è diventato la nostra preghiera con parole semplici, ma direttamente dal cuore.

Ci viene quasi spontaneo desiderare che sia sempre così. Per favorire questa spiritualità, teniamo presente che pregando insieme ci si aiuta ad attendere il dono meraviglioso dello Spirito Santo promesso da Gesù (At 2,1). L’esperienza dello Spirito dà un tono gioioso alla nostra voce, porta una ventata inaspettata di novità, infiamma la nostra disponibilità a superare lo status quo (At 2,2-3).

La nostra lingua si adegua a quella di tanti fratelli che il Signore ci pone accanto, come durante il giorno di Pentecoste (At 2,4). Ognuno di noi ha qualcuno che lo attende, che si aspetta di ricevere qualcosa, un po’ come quell’uomo che Pietro e Giovanni incrociano andando a pregare (At 3,1-5).

Lo Spirito Santo ci fa superare l’esitazione a comprometterci. Prendiamo per mano chi ha bisogno di essere sollevato, rinvigorito. Poi si prosegue insieme perché ci chiamiamo Koinonia.  

Camparmò, recupera la tua originalità, una luminosità disarmante

 che avrà lo splendore della risurrezione di Gesù!

 

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Foto: Pierpaolo Nicolè, Federico Bergamin 

Quando la memoria si riscalda