Quando non hai speranza, è lì che inizia la speranza, è lì che inizia la resurrezione. E il Signore viene, ti dona lo Spirito e, accompagnandoti, ti rialza. Come con la suocera di Pietro. Non è stata lei a chiedere di essere guarita o a chiedere che le si avvicinasse Gesù, ma sono stati i suoi parenti e amici a chiederglielo parlando bene di lei. È grazie agli amici che ciascuno di noi può risorgere dalle varie situazioni di malattia e febbre che viviamo. Il Signore usa gli amici affinché possa risorgere la nostra vita e usa ciascuno di noi affinché possa risorgere la vita delle persone che ci circondano. 

Gesù, subito dopo essere uscito dalla sinagoga dove aveva pregato, con amici si reca nella casa dell’amico Pietro e subito gli parlano della suocera. Gesù si avvicina alla suocera di Pietro e la rialza. È solo allora che la febbre scompare da lei e inizia così a servire. Da “inutile” in quanto malata, diventa “utile” e inizia a servire. Allo stesso modo anche con noi; Lui si avvicina a noi e ci rialza. E così da “inutili” diventiamo “utili”.

È nel connubio tra preghiera e amicizia che sta la nostra resurrezione. Il Signore è il primo che vuole risorgere la nostra vita, ma usa ciascuno di noi; ed è servendo che la febbre scompare e possiamo così vivere da risorti.

Ir.

 

 

Foto: Miriam Olejnik, Gionata Pradella

Una resurrezione possibile